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(Foto: pixabay.com/CC)

MENDRISIO – Si è auto-pagato, prelevando dal conto bancario di una defunta il proprio compenso. Il tutto, due giorni dopo la morte di lei: senza perdere tempo. Anche perché tessera e pin li aveva già. Ha l’aria di un furto post-mortem il macabro episodio che ha visto protagonista (in assenza) un’anziana di Capolago venuta a mancare nei mesi scorsi. Ma il colpevole non è un ladro, o un topo d’appartamento, bensì un curatore nominato dall’Arp 2 di Mendrisio.

15’000 franchi spariti – I fatti: il 29 maggio scorso la signora C.*, 96 anni, affidata a un tutore da quattro mesi, viene a mancare. Due giorni dopo, l’Autorità regionale di protezione autorizza il tutore in questione a prelevare dal conto della defunta il denaro – 15mila franchi in tutto – come pagamento per le proprie prestazioni. Il tutto senza avvisare gli eredi. Che hanno presentato un esposto accusando Arp e curatore di “appropriazione indebita”.

“Hanno tenuto all’oscuro gli eredi” – L’irregolarità, a quanto risulta, è emersa solo in un secondo momento, quando gli eredi hanno potuto accedere ai conti bancari della defunta. Questi ultimi, contattati da tio.ch-20minuti, parlano di «un grave abuso di autorità». In effetti la legge parla chiaro: in caso di decesso, i creditori (chiunque essi siano) devono rifarsi sugli eredi. Prima di Natale, una decisione della Camera di protezione lo ha confermato: i funzionari avrebbero “cercato di tenere gli eredi all’oscuro dell’operazione” si legge nel documento. Parte del maltolto, va detto, è stato già restituito ai legittimi proprietari. L’Arp di Mendrisio, da noi contattata, si limita al “no comment”.

Articolo di Ticinonline del 14.01.2016 di Davide Illarietti

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