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(Foto: pixabay.com/CC)

Le ARP abusano del diritto, davanti alla totale inespressione della politica e degli uomini di “buona volontà e di buoni costumi”.

Le Autorità Regionali di Protezione (ARP) hanno ricevuto direttive dall’alto, in questo caso dall’Autorità di Vigilanza sulle Tutele (AVT), il loro organo di controllo e revisione fino a tutto il 2013 e presieduto dall’avvocato Alessia Paglia, poi sostituito dalla Camera di protezione presieduta dal giudice Franco Lardelli che, come detto in precedenza, proviene da una carriera nel diritto penale che nulla ha a che vedere con le procedure civili.

A questo punto il lettore potrà obiettare che, essendo il giudice Lardelli un uomo di comprovata serietà ed esperienza, il suo excursus professionale è relativamente importante. La risposta a questa affermazione è, ovviamente, sì. A patto che chi lo dice sia pronto a fare guidare il treno su cui viaggia a un camionista di comprovata serietà ed esperienza.

Quali sono queste direttive?

Il documento è consultabile qui. Fa riferimento all’articolo 8 Cedu e alla Costituzione Svizzera. Esplicita altresì il ruolo delle istituzioni nella continuità dei rapporti tra genitori e figli. Questo in linea teorica.

Cosa succede in pratica?

Generalmente qualcosa di molto simile a questo: le ARP ordinano una perizia che penalizzerà uno dei genitori, di norma quello non affidatario che, a sua volta, spesso è quello contro il quale le stesse ARP si scagliano perché più restio (definito “disobbediente”) ad avallare le decisioni prese, spesso sulla scorta non di prove ma di racconti restituiti dal genitore affidatario, dai figli manipolati, o da amici (famigliari, vicini di casa). Un po’ come se il lettore facesse una strage e non venisse arrestato perché sua mamma e i vicini di casa fossero pronti a giurare che “è una brava persona”.

Cosa si può fare per rimediare?

Esaurita la pazienza e venuta meno la possibilità di dialogo (per motivi che vanno interamente addebitati alle ARP) restano tre vie:

  • chiunque ha a che fare con le ARP dovrebbe prepararsi al meglio. A questo proposito consigliamo la lettura di due post. Il primo relativo al comportamento da adottare allorquando si è attesi presso un’ARP, il secondo relativo invece alla reazione da opporre a una decisione presa.
  • fare un’azione collettiva (una sorta di class action) contro lo Stato del Cantone Ticino e contro i Comuni che ospitano un’ARP.
  • promuovere una legge seria sulla responsabilità civile dei funzionari e dipendenti pubblici, imponendo in diritto che chiunque lavori per un’ARP o faccia parte anche indirettamente del loro assetto, debba essere sottoposto a perizia psichiatrica ogni 18 mesi.

A tale proposito l’Associazione StopARP si sta documentando e organizzando.

 

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