L’Associazione StopARP affianca i propri associati al cospetto delle ARP e di tutte quelle istanze a cui i cittadini fanno capo. Una di queste è l’organo di controllo e revisione delle ARP stesse, ovvero la Camera di Protezione Civile del Tribunale d’Appello, presieduta dal giudice Franco Lardelli, persona nota a chi vive da vicino le vicissitudini del Cantone Ticino perché, con fare che lascia perplessi, questo signore si presenta ai media, ammonendo senza convinzione (e chi dovrebbe averne più di lui?) l’intenzione di togliere i giudici supplenti perché, dice, i reclami che la Camera di Protezione deve esaminare aumentano di anno in anno. Prima di arriva al dunque, è opportuno fare alcune considerazioni:
- è opportuno chiedersi, prima di tutto, se l’aumento dei reclami è dovuto alle decisioni scriteriate delle ARP o a una follia temporanea dei cittadini;
- è opportuno chiedersi, in seguito, se il compito della Camera di Protezione è quello di svolgere in modo acritico il proprio lavoro o ci si può attendere che avvii delle attività di formazione e informazione in favore delle ARP le quali, come sempre più spesso si legge sui media del Cantone, appaiono alla deriva;
- è allarmante considerare che il giudice Lardelli parli del suo lavoro in termini di mera quantità, quando da una posizione simile a quella che ricopre ci si attende prima di ogni altra cosa che l’accento venga posto sulla qualità;
- infine vale anche la pena chiedersi se questo signore, come spieghiamo qui sotto, è al posto giusto o non sia meglio, nell’interesse dei cittadini e anche nel suo stesso interesse, che sia destinato ad altri compiti. Presto pubblicheremo, con il minor numero di parole a corredo, le reazioni che il giudice Lardelli ha avuto nei confronti di un reporter che lo ha intervistato. (Pubblicazione avvenuta il 4 agosto 2018, potete leggerla qui).
I fatti
Un associato StopARP che in questa sede chiameremo Ivan, si è rivolto anni addietro all’ARP 12 di Minusio. In un momento non particolarmente facile della sua vita ha avuto la necessità di un supporto per la gestione dei propri interessi e delle proprie finanze. L’ARP 12 a tale scopo gli ha affiancato un curatore.
Passano i mesi e Ivan si sente più sicuro di sé, pare avere riacquistato quelle caratteristiche che lo hanno accompagnato da sempre (Ivan non ha più 20 anni da un po’). Chiede quindi all’ARP 12 di revocare la curatela o, in via subordinata, di potere cambiare curatore perché con quello che gli è stato assegnato non ha un buon rapporto, per motivi che qui non vengono approfonditi.
Le cose importanti però sono due: Ivan ha qualche problema economico e vorrebbe affrontarlo con un curatore di fiducia.
A giugno 2018 Ivan viene ricevuto dall’ARP 12 e, come si legge dal verbale, le sue difficoltà nel trovare un punto di incontro con il curatore vengono invertite. Senza nessuna prova, senza nessuna documentazione, fa stato la parola del curatore (in un momento storico in cui il Papa mette in discussione l’infallibilità papale, in Ticino ciò che dice un curatore anche senza il supporto di prove, diventa un verità granitica come quella che Mosè ha inciso sulle tavole per mano di Dio).
La richiesta di Ivan di fare a meno del curatore non viene accolta, perché uno psicologo dice che non è pronto. (Di questo parleremo in seguito).
La richiesta di Ivan di fare affidamento su un curatore di sua fiducia (possibilità garantita dal Codice Civile) viene ignorata e gli viene assegnato un curatore nominato dall’ARP. (Anche di questo parleremo in seguito).
La stupidità di una decisione simile
Le ARP non ascoltano i cittadini e né danno peso alle difficoltà del proprio organo di controllo. Il giudice Lardelli lamenta un aumento dei reclami e le ARP gli fanno fare gli straordinari. Nel caso di Ivan non ci ha guadagnato l’ARP il cui operato, infatti, oltre ad essere denunciato tramite questo canale è diventato oggetto delle attenzioni del giudice Lardelli, non ci ha guadagnato l’organo di supervisione e appello, ovvero la Camera di Protezione, non ci ha guadagnato Ivan. Né ci guadagnerà la comunità perché, contro la decisione della Camera di Protezione, l’Associazione StopARP, sta preparando un ricorso al Tribunale Federale. Insomma, nessuno ha tratto beneficio dalla decisione dell’ARP 12. E se nessuno trae beneficio da una situazione, questa per definizione diventa stupida.
Cosa dice la Camera di Protezione
L’Associazione StopARP si è quindi rivolta alla Camera di Protezione che, al posto di entrare nel merito della faccenda (e basta), si è lanciata in uno sperticato j’accuse contro l’Associazione StopARP, arrivando a metterne in discussione le capacità, facendo finta di ignorare che il ricorso è stato scritto da un avvocato e questo ci porta a un’altra considerazione (che rende l’assetto delle ARP ancora più deleterio). Poiché il giudice Lardelli non lo sa, è opportuno gli venga ricordato che: diversi avvocati iscritti all’albo cantonale non vogliono avere a che fare con le ARP. Molti di questi sono convinti che sia tempo perso perché le decisioni che prendono sono inappellabili, un avvocato del luganese ci ha anche detto che “i membri permanenti delle ARP non si chiamo permanenti per caso…” come a dire che, a prescindere dalle decisioni che assumono, sono inamovibili.
Quindi, per replicare al giudice Lardelli: certo che l’Associazione StopARP ha degli avvocati che redigono lettere e ricorsi
ma omettono di firmare i documenti che producono, per timori che li spingono a mantenere una sorta di anonimato quando si parla di ARP.
Non dà nessun seguito alle richieste fatte nel ricorso, ovvero che Ivan potesse scegliere il proprio curatore (facoltà che per principio gli è garantita dalla legge) e di volere fare in modo che Ivan potesse fare vedere a un altro specialista il referto dello psicologo nominato dall’ARP 12 di Minusio.
Il giudice Lardelli non solo ha saltato a piè pari le richieste (il fulcro del ricorso) ma ha imposto a Ivan un avvocato che, al prezzo di 180 franchi all’ora, dovrà pagare da sé.
Oltre il danno, anche la beffa. Il modo migliore per aiutare un uomo in difficoltà economiche è quello di obbligarlo a spendere 180 franchi all’ora. C’è da capire quanto, con questa decisione, il giudice Lardelli abbia voluto riparare ai torti dell’ARP 12 oppure abbia voluto lanciare un monito a StopARP. Al lettore la decisione finale.
A noi sembra che, se questi signori vengono “infastiditi” da chi vuole fare valere i diritti dei cittadini, si attiva un sistema punitivo. E Norman Gobbi fa finta di nulla.
In ogni caso ricordiamo ai cittadini che è bene restare alla larga dalle ARP e, se fosse già tardi, ecco cosa fare se già è stata ricevuta una convocazione, ecco cosa fare se c’è già una risoluzione e, infine, ecco quale petizione firmare per fermare lo strapotere delle ARP, una volta per tutte.