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Che le Autorità Regionali di Protezione (ARP) siano gestite male da individui per lo più a cui manca lungimiranza e cuore è fatto noto. Le ARP attuano un sistema punitivo che va a colpire i cittadini refrattari a subire le ingiustizie in modo servile e tendono a sottovalutare situazioni di pericolo, soprattutto a danno dei minori.

Il caso

Il recente caso di degrado dell’appartamento, a Pregassona, dove viveva una famiglia composta dai genitori e da tre figli minorenni è venuto alla luce solo perché è intervenuta la SPAB (Società Protezione Animali Bellinzona) e i media hanno dato risalto al salvataggio di 18 cagnolini.

Nulla da eccepire sull’operato della SPAB e che i media gli abbiano risalto, lascia però molto perplessi il fatto che non è stato dato alcun risalto al fatto che nell’appartamento, oltre ai cagnolini, ci viveva pure una famiglia di cinque persone tre delle quali minorenni.

Da quanto riferito dai vari media la situazione di degrado, almeno per quanto riguarda il fetore proveniente dall’appartamento, era più volte stata segnalata, come appunto titola la Regione del 24.09.2018 Lugano, in via Industria ‘un brutto odore da almeno un anno’.

Scorrendo l’articolo si legge che Numerose le segnalazioni che i vicini della famiglia che teneva 18 cani nell’appartamento di Pregassona avrebbero sporto a proprietari e autorità, e già qui ci si può chiedere perché nessuno è intervenuto.

Come scusante si legge che “I servizi sociali hanno più volte fatto richiesta di entrare, senza successo” ed è qui che casca l’asino!
Nulla di più falso che questa scusa poiché la legislazione in materia, per casi simili, permette di intervenire con le necessarie misure.

La legge

  • L’art 388 CC (Codice Civile) recita: Le misure ufficiali di protezione degli adulti salvaguardano il benessere delle persone bisognose di aiuto e ne assicurano la protezione
  • L’art. 389 CC al capoverso 1 prevede l’intervento dell’Autorità Regionale di Protezione (ARP) quando il sostegno fornito dalla famiglia, da altre persone vicine alla persona bisognosa di aiuto o da servizi privati o pubblici è o appare a priori insufficiente
  • La Legge cantonale sull’organizzazione e la procedura in materia di protezione del minore e dell’adulto all’art. 5 capoverso 1 prevede che Ogni autorità giudiziaria o amministrativa, gli organi di polizia, i funzionari ed i pubblici dipendenti, anche se vincolati dal segreto d’ufficio, sono tenuti a comunicare all’autorità di protezione i casi che richiedono un suo intervento ed a trasmettere le informazioni rilevanti per l’adozione di eventuali misure di protezione.

Cosa si sarebbe dovuto fare

Ora solo in base ai sopracitati articoli di legge l’Autorità Regionale di Protezione di Lugano (ARP 3) aveva il compito di intervenire e i mezzi giuridici per far si che gli assistenti sociali potessero entrare ci sono, quindi è vien spontaneo chiedersi perché l’ARP 3 non è intervenuta?

Dov’era quindi il membro dell’ARP che deve essere a contatto col territorio, come da art 11 della sopracitata legge? “Il delegato del Comune deve avere le competenze necessarie per svolgere i compiti attribuiti. Partecipa a riunioni, discussioni e decisioni inerenti la persona domiciliata o abitualmente residente nel suo Comune, ha diritto di voto, può esigere la convocazione dell’autorità, cura i contatti con i cittadini e segnala i casi suscettibili di un intervento”. In questo caso parliamo del delegato comunale di Lugano, Andrea Chiaruttini.

Cosa si deve cambiare

Forse il Municipio di Lugano e segnatamente il capo dicastero Lorenzo Quadri dovrebbero interrogarsi sull’utilità di una figura professionale, quella del delegato comunale, stipendiato col denaro dei luganesi e che risiede al di fuori del territorio municipale.

Infatti prima della grande Lugano, come d’altronde è di fatto oggi nelle altre ARP, il delegato comunale è un rappresentante del comune, in un ambiente di accorpamenti in cui i paesi limitrofi sono diventati quartieri cittadini.

La figura del delegato di quartiere sarebbe sicuramente più vicina alla popolazione e al corrente dei fatti che accadono nella sua zona, contrariamente al burocrate comunale, nel caso specifico il signor Andrea Chiaruttini, il cui operato è peraltro già stato segnalato alla nostra Associazione da diversi cittadini scontenti e persino esterrefatti.

Purtroppo non sono casi unici

Resta comunque il fatto che simili casi di degrado non siano gli unici (vedi foto sotto), ad esempio in un comune malcantonese dove viveva una coppia con una bambina. Dopo segnalazione dei proprietari all’ARP 6 di Agno, questa è intervenuta adottando le misure del caso, contrariamente a quanto fatto dall’ARP 3 di Lugano.

 

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