L’Associazione StopARP ha preso nota del comunicato ufficiale con cui l’Autorità Regionale di Protezione 3 di Lugano (ARP 3) è tornata sui fatti di Pregassona laddove, ricordiamo in breve, una famiglia con 3 minori viveva in condizioni di forte degrado insieme a 18 cani.
L’ ARP 3 si solleva dalle responsabilità: “Purtroppo vi sono dei limiti dettati dalla mancata collaborazione del padre e della madre, i quali hanno ostacolato le verifiche dell’Autorità e dei servizi, finanche subendo già condanne per disubbidienza a decisioni d’autorità“.
Versione improbabile e che getta discredito su tutte le istituzioni e su tutte le autorità, come a sottintendere che basta disubbidire per evadere dalle decisioni prese dalle autorità. Va valutato nel contempo che il mancato intervento dell’ARP 3 getta discredito anche su tutti quei cittadini che le decisioni delle autorità le hanno rispettate e le rispettano, a prescindere dalla loro correttezza e puntualità.
Nella fattispecie, l’assenza di mezzi e strumenti lamentata dall’ARP 3 di Lugano è palesemente falsa e il comunicato non la solleva dalle responsabilità: questa visione distorta della realtà con cui l’ARP 3 intende irretire il cittadino al posto di servirlo è smentita da diversi articoli di diverse leggi e regolamenti: tra queste l’articolo 448 del Codice civile, così come l’articolo 453 del medesimo tomo nonché l’intera Legge sull’organizzazione e la procedura in materia di protezione del minore e dell’adulto (qui il link diretto). Se questo non dovesse bastare c’è l’intera Legge sulla procedura amministrativa (LPAmm) che raccomanda il ricorso alla forza dell’ordine qualora gli appelli non fossero rispettati dai cittadini.
Tra le 16 ARP dislocate sul territorio cantonale è proprio l’ARP 3 quella che suscita il maggior numero di lamentele e che, più in generale, assume le decisioni più esecrabili. La dichiarazione rilasciata non fa altro che confermare il sentimento di profondo dissenso della popolazione interessata. L’apprezzamento dell’operato dell’ARP 3 non può essere squisitamente numerico: vero infatti che, essendo basata a Lugano, l’ARP 3 serve un bacino consistente di utenze, vero anche che l’enorme quantità di decisioni esecrabili indicano che i membri della stessa ARP appaiono abbondantemente inadatti a ricoprire i ruoli che gli sono assegnati.
All’Associazione StopARP sono noti casi di anziani prelevati con la forza nelle rispettive abitazioni e separati dai coniugi, così come di minori prelevati dalle forze dell’ordine durante le lezioni scolastiche e, non da ultimo, figura persino un caso in cui l’ARP 3 ha riassegnato le facoltà di intendere e volere a un anziano di oltre 90 anni che ne era stato privato circa 6 anni prima.
Appare quindi palese che la posizione dell’ARP 3 è poco attendibile e rientra nei canoni della spiegazione raffazzonata per sedare gli animi dei cittadini, sempre più increduli e sfiduciati riguardo l’operato delle ARP, così come verso quello delle reti dei servizi sociali e delle autorità.
Va purtroppo ricordato all’ARP 3 di Lugano che il proprio compito è quello di servire e non di imbonire i cittadini, peraltro assai stufi di confrontarsi con un’autorità che appare vieppiù incapace di comprendere le situazioni con cui è confrontata e che, in decine di occasioni almeno, ha assunto decisioni spropositate intese a punire coloro i quali hanno osato contestarne l’operato. È opportuno che gli organi superiori aprano un’approfondita inchiesta per misurare l’operato di un’autorità incline alla menzogna e ai sistemi punitivi.
Sempre restando fedele alla propria missione, l’Associazione StopARP raccomanda l’introduzione di una legge effettiva sulla responsabilità civile dei funzionari pubblici, affinché venga ristabilito quel minimo di controllo a cui le ARP sembrano essere sfuggite, agendo liberamente in violazione delle più elementari norme che devono fare rispettare e che invece, per loro stessa ammissione, non sono in grado di applicare con successo.
Ancora una volta l’Associazione StopARP invita gli organi di verifica dell’operato delle ARP, così come il comparto politico, a volere approfondire le attività dell’ARP 3 e di avere il coraggio istituzionale per modificare ciò che va cambiato, lasciando che siano le istanze competenti a giudicare i membri della stessa ARP.