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Intervista de ilCronista del 07/09/2019

Il presidente dell’Associazione StopARP Orlando De Maria, ci ha rilasciato un’intervista per fare il punto della situazione o, per lo meno, per cercare di farlo. Le Autorità Regionali di Protezione (ARP), secondo il parere del nostro interlocutore, sono fuori da ogni controllo e il monito, rivolto al dipartimento delle Istituzioni, al dipartimento della Sanità e della socialità e ai politici tutti è chiaro: ora basta ignorare il problema.

L’operato delle ARP finisce sempre più agli onori delle cronache, perché?
“Perché lavorano male. Perché ignorano i più fondamentali diritti umani, ignorano il diritto interno che sono chiamate ad applicare. La stessa Frida Andreotti, a capo della divisione della Giustizia, ha recentemente ammesso candidamente che le ARP applicano decisioni e diritto ognuna a modo suo, senza un’unità, come se il Codice civile svizzero fosse un libro fantasy con diramazioni interattive del racconto. In questi ultimi anni hanno preso piede le perizie psicologiche, imposte dalle ARP e affidate a specialisti scelti. Si tratta di perizie fatte alla carlona, senza riscontro specifico. L’Associazione StopARP vuole vederci chiaro e, a breve, organizzerà dei gruppi di lavoro per approfondire l’argomento. Mi sbilancio: non mi stupirei se, come succede per il medico del traffico, ci accorgessimo che anche queste perizie sono per lo più fotocopiate”.

L’organo di revisione delle decisioni delle ARP cosa fa?
“La Camera di protezione del Tribunale d’appello, presieduta dal giudice Franco Lardelli, sostiene a spada tratta le decisioni della ARP, anche le più scellerate, e a volte si scaglia contro il cittadino, deridendolo e umiliandolo. Siamo davvero ben oltre il punto di non ritorno.

Questo atteggiamento discriminatorio è purtroppo in linea con quello adottato dalle ARP che avviano sistemi punitivi contro quei cittadini che osassero, mediante un ricorso o rivolgendosi ai media, obiettare alle decisioni delle ARP stesse. Secondo le Autorità Regionali di Protezione il cittadino deve accettare ogni decisione, per quanto sbagliata possa essere, senza fiatare”.

Quando si rivolge al DI e al DSS dicendo che ignorano il problema, a cosa si riferisce nello specifico?
“Mi riferisco a quello che ho detto: ignorano il problema. Sia Gobbi sia De Rosa fanno finta che non stia succedendo nulla di grave, il primo poi si limita a spacciare la cantonalizzazione delle ARP (l’ennesima riforma, nda) come la soluzione a ogni male. I direttori dei dipartimenti coinvolti devono avviare tutte le procedure, ricorrendo anche alla magistratura laddove fosse necessario, per rimediare ai disastri già compiuti dalle ARP e ai disastri in corso d’opera. I cittadini sono stremati e non posso tollerare che i miei conterranei vivano nella paura delle istituzioni”.

E l’opinione pubblica?
“Siamo confrontati con un doppio fenomeno. Il primo, quello che ritengo auspicabile, è l’indignazione di molti. Un’indignazione che aumenta e che ferisce. Dall’altro lato, ma questo non ci stupisce, ci sono persone che negano l’evidenza e che, pure non avendo una conoscenza specifica delle ARP e del loro operato, si schierano in loro favore, sostenendo che – ed è un pensiero pericolosissimo – se a un cittadino è stata tolta una libertà (di autogestirsi, di vedere i figli, di impedire che un parente stretto sia posto sotto curatela, eccetera, nda) ci deve pure essere un motivo. Non è sempre così, a volte e sempre più spesso i motivi non ci sono”.

Quali i rimedi?
“L’Associazione StopARP si incontrerà tra qualche giorno per stabilire un piano di azione che da una parte tuteli i cittadini e dall’altro inchiodi lo Stato alle proprie responsabilità. Un’azione rispettosa, non cerchiamo sensazionalismi, vogliamo però che i responsabili di errori marchiani paghino, al pari dei cittadini che violano le leggi o sbagliano anche in buona fede. La situazione è insostenibile e non è accettabile che, a fronte di errori grossolani, tutto rimanga com’è, nessuno si assuma le proprie responsabilità e, nel frattempo, la vita di migliaia di cittadini venga lesa nell’indifferenza delle istituzioni”.

 

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