Siamo nel 2021, presso l’ARP 12 di Minusio. Il caso è gestito dalla presidente aggiunta avvocato Marisa Romeo.

Un uomo in difficoltà finanziarie viene segnalato e l’ARP 12 viola ogni principio: interroga il suo medico curante (medicina generale) per sapere se l’uomo soffre di una qualsiasi turba psichica. Il medico – peraltro la persona meno adatta a pronunciarsi sulla psiche dell’uomo – dice di no. Allora l’avvocato Marisa Romeo rincara la dose: riscrive al medico, sciorinando le informazioni finanziarie dell’uomo e fornendogli una fotografia dell’appartamento di costui. Oltre a ciò convoca presso la sede di Minusio persone non inerenti al caso specifico, non si capisce ancora oggi a che titolo e a quale scopo.

L’Associazione StopARP ha interpellato la Camera di protezione del Tribunale d’Appello che ha accolto il ricorso, non riuscendo a giustificare né gli estremi della curatela, né la necessità di approfondimenti psicologico-psichiatrici, così come non ritenuto giustificabili l’intervento di persone non afferenti al caso e l’insistenza con cui l’ARP 12 ha cercato di strappare un consenso al medico curante.

La cosa più grave

Nella corrispondenza scambiata tra le parti, l’avvocato Marisa Romeo ha sostenuto che l’uomo non sia stato limpido. Ad accentuare la gravità c’è il fatto che, pure volendo procedere con un approfondimento diagnostico di natura psicologico-psichiatrica, l’ARP non ne ha mai disposto con effettività l’iter, non organizzando un incontro tra uno specialista e l’uomo, lasciandolo così vivere in un limbo di incertezza – e irregolarità – per settimane.

Inoltre, e qui ognuno deve riflettere per conto suo sull’efficacia e la necessità di istituzioni lasciate in mano a chi non ha competenze, va sottolineato che l’avvocato Romeo è precedentemente stata in forze proprio tra le fila della Camera di protezione del Tribunale di appello, aveva quindi tutte le conoscenze tecniche per sapere che il suo operato non fosse legittimato dalle procedure.

Nonostante ciò – e non è certamente poco – non ha neppure chiesto scusa al cittadino a cui ha fatto un torto. Torto che, proprio in virtù della sua militanza in seno alla Camera di protezione, è da ricondurre o a incompetenza o alla volontà di ledere, e meno probabilmente a una leggerezza.

Cosa è successo dopo

Niente. L’avvocato Romeo è ancora lì. Il municipio di Minusio non ci risulta abbia mosso un dito. Il Consiglio di Stato, il parlamento e il dipartimento delle Istituzioni neppure. Uno svarione simile, in un comparto istituzionale serio, avrebbe avuto delle conseguenze.

L’Associazione StopARP ha presentato un esposto all’Ordine degli avvocati del Cantone Ticino (OATI), il settimanale online ilCronista ha cercato di contattare l’avvocato Romeo per avere una sua versione dei fatti ma, come è avvezza fare, ha preferito trincerarsi nel silenzio.

Prossimamente verrà presentata una protesta formale sia al municipio di Minusio, sia al dipartimento delle Istituzioni. Il rischio che l’avvocato Marisa Romeo entri a fare parte degli effettivi del nuovo assetto di protezione del cittadino è troppo grande, e va scongiurato.

Conclusioni

In assenza di una difficoltà fisica o psicologica, le curatele di rappresentanza non hanno valore. Questo è bene che sia chiaro e diffuso. (Chi sospetta di essere ingiustamente sotto curatela, può contattarci).

Un momento di difficoltà di un cittadino lo rende non suscettibile di perdono. Un errore, pure se fosse stato commesso in un momento di difficoltà, di un presidente (aggiunto) di un’ARP, viene sottaciuto e non ha conseguenze.

Questo è quanto il popolo sopporta senza fiatare e, da un certo punto di vista, se lo merita.

Articolo precedenteLe osservazioni di StopARP alla riforma sulle ARP
Articolo successivoUniti senza paura